Lungo l’Albenza alla scoperta dei roccoli per l’uccellagione
Il roccolo era un efficace sistema per la caccia e la cattura degli uccelli ubicato sulle creste e in prossimità dei valichi, formato da una torretta in muratura circondata da una cinta di piante che nascondevano le reti e attiravano le prede grazie a gabbie con altri uccelli aventi funzione di richiamo. La cattura richiedeva grande abilità e pazienza da parte degli uccellatori, che durante la stagione di caccia rimanevano nel roccolo per mesi interi: una fatica che tuttavia ha reso tale attività un’importante fonte di reddito per Costa Valle Imagna e gli abitati limitrofi.
L’itinerario qui proposto si sviluppa principalmente in cresta lungo il sentiero 571 (DOL – Dorsale Orobica Lecchese) e permette di “andare a caccia” di diversi roccoli, alcuni ristrutturati e tutt’oggi in buono stato. Dalla località Cà Todesch, alle porte di Costa, si imbocca il sentiero 574 che sale all’ex Convento del Pertüs. Da qui si segue a destra il sentiero 571 verso il Passo del Pertüs, sovrastato da un roccolo ben restaurato presso cui è presente un pannello descrittivo dell’attività dei roccoli. Tornando sui propri passi lungo il sentiero 571, si intercetta il tracciato della pista di fondo nei pressi di un altro roccolo, mentre poco oltre si raggiunge il roccolo del Silvio. Superato il parcheggio in località 
Forcella Alta, si riprende il sentiero e in breve si incontra un nuovo roccolo; ancora oltre un’indicazione segnala il roccolo Macalè, tra i più importanti e produttivi della zona, raggiungibile in circa 10 minuti. Tornando ora verso Forcella Alta e prendendo la mulattiera che scende a Costa, si incontra a sinistra il roccolo dei Realc e quindi, seguendo la pista di fondo, il roccolo del Serafì. Lungo la strada asfaltata si giunge dunque in località Cà Teresa imboccando il sentiero verso Sclapa e poi verso Cà Canzo, raggiungendo in breve il roccolo del Croci, di recente ripristino e ultimo di questo insolito itinerario escursionistico.